Cos'è
Tappa 1
Via Rocca Crovara e il suo caratteristico dipinto
Vicino alla porta di Santa Caterina, sul muro dell’antico ospedale di via Rocca Crovara, si trova un affresco, detto “du Segnù”, raffigurante Gesù Cristo che sale al Calvario sotto il peso della croce. Se si guarda Gesù negli occhi e lo si continua a fissare passandogli davanti, si ha l’impressione che il suo sguardo ci accompagni!
Davanti all’affresco in passato si faceva sostare il condannato a morte la vigilia dell’esecuzione: il condannato veniva tratto dalle carceri e, preceduto dalla compagnia dell’Orazione e Morte in cappa nera, condotto nella sacrestia della Chiesa dell’Annunziata per essere messo in “cappelletta”, durante il percorso il corteo sostava davanti all’affresco. Nel Seicento il condannato veniva giustiziato in piazza vecchia, successivamente il patibolo venne allestito negli oliveti detti “le Chiappe” ai confini con Loano, dove oggi si trova la Colonia Città di Milano.
Tappa 2
Piazzetta Franchelli, ai piedi del castello
La piccola piazzetta che si apre nel borgo medievale prende il nome dal Palazzo Leale Franchelli, a ridosso del castello. Il palazzo nobiliare è di proprietà privata, alzando lo sguardo si possono scorgere attraverso le finestre aperte i soffitti affrescati.
Qui si trovava l’ingresso della “Rivazza”, la casa signorile situata a ovest del castello, al quale era collegata da un ponte levatoio in seguito sostituito da mura. Da questa piccola piazzetta si esce dal borgo vecchio passando sotto l’archivolto dove una targa in pietra rosa con l’ammonizione “è proibito il passaggio dei carri e dei cavalli e dei cavalli ferrati” ci riporta indietro nel tempo.
Tappa 3
Via Mazzini, il caruggio della Farinata e della prima Banda d’Italia
Via Mazzini è il caruggio che delimitava il borgo vecchio dal lato del mare. Pietra Ligure non era circondata da mura propriamente dette, ma le case che confinavano con l’esterno avevano mura molto robuste che non avevano né porte né finestre per cui il borgo era praticamente protetto da mura.
Dal lontano 1870 si sforna ogni giorno la tipica farinata. Nella piccola bottega la farinata (un impasto di farina di ceci, olio d’oliva, acqua e sale) si prepara sempre secondo la tradizione, rigorosamente cotta nel forno a legna nei tradizionali “testi” di rame.
Al numero 55, alle spalle della Chiesa Madre, si trova la sede della Società Filarmonica Guido Moretti, che, fondata nel 1518 è la prima banda d’Italia! Orgoglio della città, la banda ha raggiunto il suo cinquecentesimo compleanno, festeggiato con onore l’8 luglio. La banda è intitolata a Guido Moretti, organista della parrocchia e direttore della banda dal 1872 al 1922.
Tappa 4
I Quattro Canti, i quattro rioni del centro storico
L’incrocio di via Mazzini con via del Pretorio era denominato sin dal Medioevo “I Quattro Canti”, si tratta dell’incrocio che rappresenta il cuore del centro storico. Qui sono riportati con marmi di diverse cromature gli stemmi dei quattro quartieri della antica Pietra: A Ciassa Veggia (piazza vecchia), U Fossu (il fosso), L’Ajetta, A Nunsià (l’Annunziata).
Si percepisce come i pietresi tengano al loro dialetto e fanno il possibile perchè non vada dimenticato: sui muri colorati dei caruggi, infatti, si trovano numerose targhe toponomastiche in pietra rosa che riportano i nomi dialettali delle vie del centro storico. I nomi dialettali non si riferiscono tanto a personaggi storici o illustri, quanto piuttosto alla morfologia o alla funzione della strada stessa. Ad esempio “U caruggiu Guersu” (caruggio “orbo” in italiano), deriva il suo nome dal fatto che non sbuca nella piazzetta centrale, ma uscendo dalla via nei pressi dei “quattro canti” ci si trova di fronte al muro della chiesa.
Tappa 5
La mappa de “La Pietra” nel settecento
La caratteristica Via del Pretorio è la via che unisce la “piazza vecchia” alla “piazza nuova”, sbucando al di fuori del borgo medievale. Qui la ceramica di un’antica mappa rappresenta “La Pietra” ripresa da una cartina del 1751 di Panfilio Vinzoni, affermato cartografo e topografo della Repubblica di Genova. E’ ben delineato il “quadrilatero” che era l’antico borgo medievale con le sue porte d’accesso. Si vede come la Basilica e la piazza nuova fossero ancora in fase di progettazione!
Tappa 6
Piazza Castellino e il nuovo quartiere del dopoguerra
Piazza Castellino, caratterizzata al centro dal sole e dai simboli delle dodici costellazioni, si apre in una zona che appare moderna e senza appigli storici. Questo è il quartiere dell’Ajetta (“aria”, anzi “arietta” in dialetto ligure), interamente distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, quindi lo osserviamo nella sua ricostruzione avvenuta negli anni Cinquanta. Nella zona dove oggi c’è il monumento a Giuseppe Verdi (all’incrocio di via Moretti con il lungomare) si trovava il Teatro Verdi, fatto costruire dalla Filarmonica Moretti. Fu anch’esso devastato dai bombardamenti del 1944. Il monumento è stato realizzato dallo scultore pietrese Alberto Castellino, che scolpì l’opera all’interno del palazzo dei Castellino, che subì la sorte degli edifici dell’Ajetta.
Tappa 7
Il Castello costruito su una roccia
La “pietra” (a Pria) che dà il nome alla cittadina è lo spuntone di roccia sovrastato dal Castello, che nell’antichità doveva sembrare ancora più imponente, quando qui si infrangevano le onde del mare. Il castello propriamente detto è Monumento Nazionale, ma è di proprietà privata. La città cambiò nome da “La Pietra” a “Pietra Ligure” il 31 luglio 1862 perchè in Italia, fuori dalla Liguria, vi erano altre città che si chiamavano così.